bastano poche ore di pioggia intensa per mandare in tilt il capoluogo ligure.
In rete arrivano le testimonianze dei cittadini. Guarda le immagini...
Alessandro De Pascale
IL CASO. Tra depuratori fuori uso e fogne che scaricano direttamente in mare, le infrazioni accertate solo nel 2010 sono quasi 4mila. Legambiente: «La salute delle coste non migliora».
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CASERTA - Preti e suore da spiaggia. Fanno proseliti i «vu' prega'» versione estiva che anche quest'anno hanno iniziato a riversarsi sulle spiagge per pregare insieme ai fedeli.
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L'infezione causata da un ceppo batterio "Escherichia coli". In Germania si contano 4 vittime e 276 casi accertati. All'origine ci sarebbero tre cetrioli importati dall'Andalusia. La Commissione Europea: turisti, attenti ai sintomi.
controlli anche in Italia
Al Qaeda minaccia gli Stati Uniti. ''Il peggio deve ancora arrivare''
11 maggio, ore 09:30
Il numero uno di al-Qaeda nella penisola arabica, Nasser al-Wahishi, ha ammonito gli Stati Uniti dopo la morte di Osama: ''Quel che vi attende è più forte e dannoso: il jihad ora è più grande''. Rivolto a bin Laden: "Sei morto da eroe, arrivederci in paradiso". Sito web islamico: falso il video Usa con Osama davanti alla tv. Clinton sparisce dalla foto della Casa Bianca.
"L'AFFARE DELL'INFLUENZA "A""
LA FINE DEL MONDO....
Guerra
l'Italia bombarderà la Libia?
Berlusconi lo aveva escluso, a causa del "nostro passato coloniale". Ieri ha cambiato idea dopo una telefonata con Obama: anche i nostri aerei compiranno missioni di attacco sul territorio libico. Insorge la Lega, mentre Emergency deve lasciare la Libia
di rassegna.it
"Gli aerei italiani non bombarderanno. Facciamo già abbastanza e poi la Libia è stata una colonia italiana quindi non possiamo farlo". Firmato Silvio Berlusconi, non più di due settimane fa. Poi, nel giorno della Liberazione, il cambio repentino di rotta: l'Italia bombarderà la Libia. "Il Presidente Berlusconi - si legge in una nota di Palazzo Chigi diramata ieri, 25 aprile - ha informato il Presidente Obama che l'Italia ha deciso di rispondere positivamente all'appello lanciato agli Alleati dal Segretario Generale della Nato in occasione della Riunione del Consiglio Atlantico del 14 aprile scorso a Berlino".
"L'Italia - si legge ancora - ha deciso di aumentare la flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, nell'intento di contribuire a proteggere la popolazione civile libica. Con ciò, nel partecipare su un piano di parità alle operazioni alleate, l'Italia si mantiene sempre nei limiti previsti dal mandato dell'operazione e dalle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite".
"Bombarderemo obiettivi mirati - spiega oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervistato da vari giornali - per esempio batterie anticarro, carri armati, depositi di munizioni. Obiettivi pianificati dalla Nato che ce li indicherà di volta in volta. Prima a bombardare erano 12 Paesi, adesso sono 13".
Dunque, nessuna grande novità secondo il ministro, tanto che il cambiamento della missione non necessiterà di alcun nuovo passaggio Parlamentare: "Abbiamo avuto dal Parlamento un mandato pieno ad applicare la risoluzione 1973 dell'Onu, che autorizza a fare tutto quello che è necessario per proteggere la popolazione libica. La risoluzione è chiarissima, ed è in quell' ambito che continuiamo ad operare: non occorre alcun voto".
Soddisfazione per la retromarcia italiana è stata espressa dagli alleati e dalla Nato, ma è all'interno, specie dentro la stessa maggioranza di Governo, che invece sorgono i problemi maggiori. "Non so cosa significhi ulteriore flessibilità, ma se questo volesse dire bombardare non se ne parla. Il mio voto in questo senso non l'avranno mai", ha dichiarato a caldo Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione legislativa e responsabile delle segreterie nazionali della Lega Nord. Per il dirigente leghista abbiamo già fatto abbastanza, anzi, pure troppo: "Personalmente non avrei dato neanche la disponibilità a dare le basi e al pattugliamento radar, se non in cambio di un concreto concorso delle forze alleate al respingimento dell'immigrazione clandestina e alla condivisione del peso dei profughi".Leggi tutto
"L'Italia - si legge ancora - ha deciso di aumentare la flessibilità operativa dei propri velivoli con azioni mirate contro specifici obiettivi militari selezionati sul territorio libico, nell'intento di contribuire a proteggere la popolazione civile libica. Con ciò, nel partecipare su un piano di parità alle operazioni alleate, l'Italia si mantiene sempre nei limiti previsti dal mandato dell'operazione e dalle Risoluzioni del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite".
"Bombarderemo obiettivi mirati - spiega oggi il ministro degli Esteri Franco Frattini, intervistato da vari giornali - per esempio batterie anticarro, carri armati, depositi di munizioni. Obiettivi pianificati dalla Nato che ce li indicherà di volta in volta. Prima a bombardare erano 12 Paesi, adesso sono 13".
Dunque, nessuna grande novità secondo il ministro, tanto che il cambiamento della missione non necessiterà di alcun nuovo passaggio Parlamentare: "Abbiamo avuto dal Parlamento un mandato pieno ad applicare la risoluzione 1973 dell'Onu, che autorizza a fare tutto quello che è necessario per proteggere la popolazione libica. La risoluzione è chiarissima, ed è in quell' ambito che continuiamo ad operare: non occorre alcun voto".
Soddisfazione per la retromarcia italiana è stata espressa dagli alleati e dalla Nato, ma è all'interno, specie dentro la stessa maggioranza di Governo, che invece sorgono i problemi maggiori. "Non so cosa significhi ulteriore flessibilità, ma se questo volesse dire bombardare non se ne parla. Il mio voto in questo senso non l'avranno mai", ha dichiarato a caldo Roberto Calderoli, ministro della Semplificazione legislativa e responsabile delle segreterie nazionali della Lega Nord. Per il dirigente leghista abbiamo già fatto abbastanza, anzi, pure troppo: "Personalmente non avrei dato neanche la disponibilità a dare le basi e al pattugliamento radar, se non in cambio di un concreto concorso delle forze alleate al respingimento dell'immigrazione clandestina e alla condivisione del peso dei profughi".Leggi tutto
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